
Compositore e sassofonista, è uno dei più meticolosi ricercatori di nuove sonorità nell’ambito dei ritmi e delle melodie della tradizione mediterranea. Ecco, Nicola Alesini potrebbe essere definito così. Un attento musicista dedito alla continua ricerca di nuovi sound e cercando continue contaminazioni … influenze sonore, però, che evolvono leggermente le sue caratteristiche.
Tratto musicale
I particolari elementi distintivi che lo hanno reso unico durante la sua carriera, costellata da quasi trenta lavori discografici, danno – ora – spazio ad arie sempre aperte a tutto l’universo del linguaggio dell’ arte fondendosi con il jazz, con i ritmi della musica popolare, per sfociare nel ambient e la world music.
La miscela della sua adorabile musica è composta da più parti. … Vi sono, dunque, diversi elementi fondamentali come la visionarietà, la magia e suggestione. Questo determina lo stile delle sue composizioni e del suo fraseggio a volte avvolgente ed a tratti graffiante.
Alesini usa un proprio linguaggio che è volutamente essenziale oltre che comunicativo; il suo modo di ‘parlare musica’, attraverso il sassofono, è costruito da un personale sound riconoscibilissimo, mirando e centrando direttamente al cuore dell’ascoltatore che viene trascinato sicuramente in un viaggio lontano dalla quotidianità.
Questo è quanto mi è accaduto allorché ho ascoltato, in maniera molto meticolosa la quasi intera discografia del musicista, stavolta ospite di questa rubrica e posso onestamente dire che il suo sound mi ha trasportato, preso per mano e facendomi viaggiare oltre qualsiasi orizzonte, trascinando quasi in un’altra. Ricordo, ad esempio il lavoro Fabula Meridiana, edito da Il Manifesto … un disco dal genere jazz con influenze sperimentali, ambient, ed avant-garde (uno stile musicale basato sulla improvvisazione e che si combina con ‘l’avanguardia colta’ e la composizione con il jazz.)
L’avant-garde jazz, poi è comparabile al free-jazz, ma differisce nel fatto che, benché abbiano un’origine comune nell’atonalità, possiede un struttura predeterminata su cui l’improvvisazione si snoda.
Le collaborazioni ed il punto di arrivo
Alesini, nella sua carriera ha lavorato con grandi musicisti quali Glen Velez, Hans Joachim Roedelius, David Sylvian, Roger Eno, David Thorn, Harold Budd, Steve Jansen, Richard Barbieri.
Il lavoro Maria’s Call è il punto d’arrivo del tragitto professionale di Nicola Alesini, anche se questo musicista è alla continua ricerca di nuove contaminazioni. Il lavoro è una ‘colonna sonora’ immaginaria che riprende i temi ed i colori di una vita. Il mare è l’argomento principale delle composizioni di Alesini, che con i suoni del suo sassofono sembra poter trasportare, anche in questo caso. l’ascoltatore tra la sabbia e le onde della risacca marina. Anche se il disco, a detta dello stesso autore, gira intorno ai concetti di ‘amore, tenerezza, rabbia, nostalgia’.
Ama improvvisare
«Non mi considero un jazzista, almeno nel senso tradizionale del termine. Sono un improvvisatore, questo si, e forse solo in questo senso posso essere inserito in quel contesto. Anche se due anni fa Musica Jazz mi ha dedicato due pagine. Sono vicino al Jazz di Garbarek, Surman … è poi difficile autodefinirsi. Sono sempre stato alla ricerca di un suono ‘profondo’, capace di raccontare storie, spesso di viaggio interiore, capace di trasmettere visioni ed emozioni. Definirei il mio un suono romantico. Cerco di fare poesia sonora … Il lavoro, poi, che più mi rappresenta è Maria’s Call. Considero questo lavoro il mio punto di arrivo, quasi un testamento. Come a dire: ‘la mia musica è questa’. Maria’s Call Racconta di una storia di viaggio nel mediterraneo come colonna sonora per un film mai girato. Mi ci riconosco al punto di ritenerlo un mio ‘manifesto’ con temi che ritornano, ricordi ed omaggi a mia madre, mio padre, ed a Paolo Borsellino»
Antonino Ianniello