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Istanza di attivazione procedimento disciplinare per frasi di infermieri contro i no vax

Diffida della AADI

27 luglio 2021

Di seguito la lettera di diffida dell’AADI (Associazione Avvocatura Degli Infermieri) indirizzata al Ministero della Salute, Opi di Lucca, USL TOSCANA NORD OVEST:

” La scrivente Associazione Avvocatura Degli Infermieri, lamenta quanto pubblicato su diversi quotidiani riferendosi alla città di Lucca e precisamente: “Infermiere contro i no-vax: “Gli bucherei 10 volte la vena fingendo di non prenderla”. Si tratta di due dipendenti della Asl Toscana Nord-Ovest che polemizzano su facebook.

La direzione aziendale e quella ospedaliera si dissociano dalle affermazioni. Camaiore (Lucca), 26 luglio 2021. E’ il tema del momento: l’opportunità o meno di vaccinarsi. Basta una considerazione su Facebook che scoppia il caso. Sono diventati virali e sollevato polemiche un post contro i no-vax pubblicato sui social da un’infermiera dipendente della Asl Toscana nord ovest che lavora in Versilia e la risposta di una collega della donna.

È intervenuta anche la Asl che in un comunicato si dissocia e spiega che sta effettuando le valutazioni del caso per gli eventuali provvedimenti da assumere nei confronti delle due dipendenti. Botta e risposta su Facebook. Tra poco – scrive una delle due infermiere – ce li troveremo in reparto e qualche sassolino dalla scarpa me lo voglio togliere… sai bucare una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla?

Ecco e poi mi verrà in mente altro, vedrai che le corse per montare i macchinari la sottoscritta non le farà più. Io non faccio le corse per nessuno. Si arrangiassero pure, mi sono rotta e tanto pure: la risposta della collega. In merito alle frasi pubblicate sui social da due operatrici, che lavorano entrambe nell’ambito territoriale della Versilia – spiega la Asl – l’Azienda Usl Toscana nord ovest sottolinea che la segnalazione è già arrivata alla direzione, che sta appunto valutando il caso.

Ovviamente, la direzione aziendale e quella dell’ospedale Versilia si dissociano da queste affermazioni e ribadiscono che il proprio personale, a cui va un ringraziamento per la sua attività quotidiana, presta cura e assistenza a tutti i cittadini, con professionalità e impegno, senza alcun tipo di distinzione, secondo i principi di universalità, uguaglianza ed equità che ispirano il sistema sanitario regionale e nazionale”. 

Tutto ciò considerato, non vi è dubbio che la condotta dei sanitari intenzionati a torturare i colleghi per non essersi allineati alla loro personale idea di vita, stiano sfruttando la propria posizione sanitaria per scopi ignobili e, perciò, che tutta la vicenda sia vergognosamente intollerabile e sicuramente sanzionabile.  L’infermiere, come cita l’art. 3 del Codice Deontologico, deve: “… prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo”.

La libertà manifestata dal rifiutare il vaccino Covid-19, non deve essere minata e punita dagli infermieri che ritengono un diverso pensiero rispetto ai “diversi”, perché l’esercizio professionale dell’infermiere non deve diventare un’arma di ritorsione, di vendetta e di tortura punitiva nei confronti di chi ha un’idea di vita opposta alla loro.  L’art. 4 stabilisce che “L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona”, e, quindi, per nessun motivo, finanche ideologico, è possibile giustificare l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni al fine di cagionare pregiudizio alla salute degli altri, soprattutto se si sfrutta la posizione di supremazia che avvantaggia l’infermiere rispetto al paziente.

Non di meno, l’infermiere si dovrebbe astenere, anche in presenza di un regime totalitario che glielo imponesse, dall’usare la propria scienza e capacità tecnico-professionale per cagionare danni, lesioni, tortura, sofferenza e morte alle persone; a maggior ragione in democrazia!  Il principio di solidarietà sancito dall’art. 42 del Codice: “L’infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà”, impone l’astensione da ogni manifestazione di odio e disprezzo che non trovano in alcun modo spazio nella nostra Repubblica e perciò, condotte d’odio, devono essere prontamente e seriamente perseguite e stigmatizzate.

Ciò ritenuto, la scrivente invita le SS.LL. a procedere, ognuno per le competenze d’ufficio, a perseguire gli infermieri individuando per quanto sopra e di comunicare alla scrivente Associazione i nominativi dei responsabili affinché procederà alla costituzione di parte civile in sede penale per quanto accerterà la magistratura che sarà tempestivamente adita.  Si auspica un significativo riscontro. ”

Il Dirigente Dott. Mauro Di Fresco

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