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Al Senato, maggioranza e opposizione chiedono a gran voce la rinascita di una nuova Forestale

27 ottobre 2021 – Al Senato sia la maggioranza che l’opposizione chiedono a gran voce la rinascita di una nuova Forestale.

Davanti all’emergenza che dura da oltre cinque anni, il Governo è intervenuto con il decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, ” Disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile”, per “rafforzare” coordinamento e governance del settore anti incendio. Ma il testo, ora in via di conversione al Senato (AS 2381), si limita a prevedere soltanto interventi frammentati, parziali e sicuramente non risolutivi.

Dopo il disastro causato dalla Riforma Madia del Governo Renzi del 2016 che, di fatto, ha cancellato la Polizia Forestale, sentinella dei territori, finalmente la problematica approda in Senato.

L’impegno dell’informazione, in questi anni, ha fatto si che diventasse di dominio pubblico.

Nel 2017 è partita un’inchiesta in Campania sui roghi che hanno colpito l’intera Regione, pubblicata in un Dossier sul sito www.sevensalerno.it, che ha fatto luce sui meccanismi legislativi che hanno impedito il corretto spegnimento dei fuochi, quasi tutti di origine dolosa, di cui il link  https://www.sevensalerno.it/category/dossier/

L’ inchiesta ha portato ad un processo, di cui il link https://www.sevensalerno.it/2017/07/12/la-campania-in-fiamme-aperta-uninchiesta-per-incendio-doloso/

Il 2021 è stato un anno critico per le foreste italiane: oltre 160.000 ettari andati a fuoco, record
europeo assoluto, e oltre 800 incendi superiori ai 30 ettari, altro record UE, che hanno causato la
perdita di sei vite umane e la strage di milioni di animali selvatici, con spaventosi costi di spegnimento
e per danni all’economia (oltre 4 miliardi di euro come prima stima). Il sistema anti incendio boschivo
si è dimostrato nel caos: ritardi negli interventi, conflitti di competenze, impreparazione, negligenze.

E fatale è stata la mancanza di coordinamento tra le varie forze che sono in prima linea contro le fiamme
sin dal 2017, con l’entrata in vigore della Riforma Madia che, di fatto, ha soppresso il Corpo Forestale dello Stato e smantellato la sua efficiente organizzazione AIB per un risparmio, calcolato dalla Corte dei Conti, di soli 31 milioni di euro a fronte degli oltre 100 previsti.
Davanti all’emergenza il governo è intervenuto con il decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120,
“disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile”, per
“rafforzare” coordinamento e governance del settore anti incendio. Ma il testo ora in via di conversione
al Senato (AS 2381) si limita a prevedere soltanto interventi frammentati, parziali e sicuramente non
risolutivi, imponendo nuovi compiti alle Amministrazioni a invarianza di spesa o attingendo
disordinatamente risorse dai capitoli più disparati (come il credito d’imposta per l’adeguamento dei
posti di lavoro al COVID-19, la Strategia Nazionale per le Aree Interne, l’investimento 1 della Missione 2,
componente 4 del PNRR, eccetera) per acquistare mezzi e attrezzature che con la lotta agli incendi
boschivi spesso non hanno nulla a che fare.
Si introducono ulteriori sprechi anziché ripensare radicalmente un modello che proprio nel 2021 ha
dimostrato tutta la sua inefficienza.

La Federazione Rinascita Forestale e Ambientale (FeRFA), nata nel 2017 per sensibilizzare l’opinione
pubblica e la politica sui problemi e i disservizi che si sarebbero creati con la riforma Madia, ha
realizzato un dossier sulle criticità del decreto, dove tecnicamente sono illustrate in dettaglio perchè la
spesa per l’antincendio boschivo stimata in miliardi di euro è aumentata dal 2017 in poi.

https://rinascitaforestale.wixsite.com/ferfa

Maria Rosaria Voccia

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