Ucraina: Lamorgese “I profughi saranno accolti nelle case confiscate alla mafia”
L’Italia ha già aperto le porte a chi sta scappando dalla guerra, ma è evidente come per fornire la migliore accoglienza possibile ai profughi ucraini occorra un piano nazionale con un coordinamento in grado di fornire soluzioni rapide. Per questo motivo, come annunciato dalla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, l’idea di utilizzare i beni (case, palazzine e altri stabili) confiscati alla criminalità organizzata sta diventando realtà.
Accoglienza profughi ucraini, saranno usate le case confiscate alla mafia
La numero uno del Viminale, infatti, ha spiegato di aver dato il via libera – in collaborazione con l’ente preposto – a un rapido censimento di tutte quelle strutture sequestrate alla mafia, alla camorra e alla ‘ndrangheta nel corso degli anni. E proprio quelle case saranno utilizzate per ampliare gli spazzi per l’accoglienza profughi ucraini in Italia.
“L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha avviato il censimento dei beni confiscati in gestione che possono essere destinati in tempi brevi, anche in via temporanea, per accogliere i profughi dall’Ucraina. Con la collaborazione delle prefetture, l’Agenzia diretta dal prefetto Corda individuerà inoltre gli immobili trasferiti ai Comuni ma non ancora utilizzati, idonei per essere impiegati nell’ambito della rete di protezione e tutela messa in campo per fronteggiare l’emergenza umanitaria. È massimo l’impegno del ministero dell’Interno per dare risposte concrete a chi fugge dal teatro di guerra e soprattutto alle persone più fragili, come donne e bambini”.
Il censimento – che dovrebbe essere molto rapido sia per motivi di urgenza, vista la contingenza degli eventi, sia perché un database è già esistente – è già iniziato. Il numero delle case sequestrate alla criminalità organizzata nel corso degli anni dovrebbe garantire una cospicua quantità di alloggi per chi in questi giorni ha lasciato e sta lasciando l’Ucraina nel bel mezzo di questa guerra. E sarebbero destinazioni perfette, con la collaborazione anche dei Comuni, per garantire a tutti uno spazio per riprendersi da quel che gli è piombato addosso e provare a cominciare una nuova vita. In attesa della fine del conflitto.
Redazione